Diablo 3, retrospettiva

Sono tornato su questo gioco, dopo averlo giocato per tanto tempo,dal dayone fino all’avvento delle stagioni.
Una premessa, D4 non mi è piaciuto, nessun odio, solamente non mi ci sono trovato, non fa per me, forse il mio tempo è passato, il Diablo della mia generazione è stato il 3, non so dirlo con chiarezza.
Ricordiamo tutti come era D3 quando uscì, molti furono delusi, e forse non avevano tutti i torti, la fanbase del 2 si ritrovò un gioco completamente diverso. In ogni caso vendette tantissimo, come è successo da poco con il 4.

Ritornare dopo tanto tempo a atto1 e atto2, i miei preferiti di sempre, è stata per me un’emozione, sicuramente portata dall’effetto nostalgia, ma il design delle mappe, il feeling del combattimento e l’atmosfera sono ancora valide dopo 12 anni, non sentono il peso degli anni se non una normale sensazione di gia visto.

I racconti della storia che si trovano disseminati in giro, coadiuvati da un doppiaggio sublime, aiutano a creare le fondamenta di una lore che aiuta e regge tutta la baracca narrativa, creando un legacy con i precedenti due capitoli. Un altra cosa ben riuscita è l’interazione che ha ogni PG con gli NPC, diversa in varie piccole sfaccettature, anche altresì, cosa non scontata, tra femminile e maschile.

Le classi sono ben caratterizzate e molto diverse tra loro, le abilità profonde e diverse, sebbene ingessate e equip dipendenti, forse la vera “pecca” del gioco, se si tralascia il discorso PvP, che, non sto a dilungarmi, è risaputo non sia mai stato nei progetti di BLIZZARD.

La casa d’aste a soldi reali penso fù l’argomento che più era sulla bocca di tutti in quel periodo, con le leggende più disparate che giravano, alcune vere altre meno, da gente che era riuscita a pagarsi vacanze intere vendendo spade rare a una mano, a chi ancora oggi ha lo yacht ormeggiato a Monte Carlo di nome “Mempo del Crepuscolo” comprato grazie a centinaia di eredità del morto vendute a prezzi stellari.
Era un anarchia, un pay to win in piena regola, ma anche se di breve durata mi sento di dire che è stato un periodo esaltante, dove si aveva la sensazione di far parte di una community viva che, nel bene e nel male, è esistito.

La gestione del gioco e l’abbandono di giocatori fece come sappiamo uscire solo un piccolo DLC e una sola espansione, che, a 10 anni dall’uscita questo Marzo, mi sento di dire fu leggermente sotto tono come storia, l’atto V è ben narrato, ma a livello di level design ripetitivo, con mappe urbane troppo uguali una dall’altra.

I cambiamenti di contenuti EndGame invece, furono quelli che fecero ripartire il gioco creando una fanbase che dura ancora oggi, grazie all’introduzione delle stagioni. Il mondo dei videogiochi in 12 anni è cambiato tantissimo, ora molti usano come metro di paragone gli influencer, gli stramer e i content creator che portatono un gioco nei loro canali e social.
Diablo3 è ormai da settimane più seguito di Diablo4 sulla nota piattaforma di Streaming, può non voler dire niente, ma, anche se piccola, questa è una piccola rivincita che D3 si meritava, anche se per poco.

Lunga vita a Diablo3!

Apocalipto