Quando diciamo che nei videogiochi non si deve far politica, ci comportiamo da ipocriti in quanto, in situazioni come queste facciamo - giustamente - politica.
Come molti di noi, anche io ho letto la notizia e non l’ho presa bene.
Leggiucchiando qua e là ho capito che questo è semplicemente un altro effetto delle ondate di licenziamenti del 2019; licenziamenti che hanno mandato a casa 134 dei 400 impiegati della sede di Versailles.
La notizia originale, ripresa poi da vari siti, è stata data da Bloomberg: originariamente sembra che questi poveri cristi sarebbero dovuti essere stati assorbiti dalla sede di Londra ma la brexit e la pandemia ha fatto naufragare il progetto originale.
Questa notizia, giusta dopo la protesta degli impiegati di Blizzard U.S. per un miglior trattamento economico e la pubblicazione dello stipendio del CEO di Activision Blizzard dà il metro di quanto oramai Blizzard non sia assolutamente autonoma come vuole farci credere (e il modo con cui è stata gestita BfA e lo sviluppo di Shadowlands è solo un’altra prova).
Mettiamoci l’anima in pace che Blizzard non è più quel “rifugio” in cui persone motivate lavaravano con passione a progetti che essi per prima amavano. Ora sono solamente una multinazionale che punta solo e soltanto a fare soldi (e la palese diversità di trattamento dell’anno scorso sul caso Blizchung e sul #BLM è un’ennesima prova del fatto che Blizz vuole tenersi buona la Cina per un mero ritorno economico).
Fa sempre male sapere che tanta gente viene messa a casa per quanto spesso a quei livelli sia relativamente facile trovare altre posizioni analoghe, e dà anche fastidio constatare come oramai questo carrozzone multinazionale preferisca i dividendi sicuri che l’investimento nel mantenere stretta la collaborazione tra gli sviluppatori e la comunità dei giocatori-clienti.
Spesso ci siamo lamentati del fatto che i famosi blu sono sempre meno presenti qua sul forum: lo sono perché sono stati ritenuti una spesa superflua in quanto Blizzard fa lo stesso i soldi.
Peccato, veramente peccato. Se per i giocatori giovani (anagraficamente) questa è una notizia come tante spesso se ne leggono, per quelli più vecchi è un altro duro colpo inferto da una società che se una volta era un riferimento anche da un punto di vista “umano”, oramai vive della sua fama.